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Vecchio 03-10-2017, 13:02
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Suzaku Fan
 
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Predefinito Riferimento: Università di torino: Al via il primo corso di traduzione manga

Originalmente inviato da Chiaretta Visualizza messaggio
Sicuramente sono d'accordo con te nel dire che si parla con un po' troppo ottimismo delle possibilità lavorative: queste affermazioni sono chiaramente uno specchietto per le allodole, il mercato editoriale non è affatto in crescita, il mestiere del traduttore in Italia è disastroso (lo so perchè è da anni che cerco di fare qualcosa, ma o accetti di fare il freelance e aprirti una partita iva che non sai affatto se ripagherai o nada, progetti rari che appaiono all'improvviso con scadenze praticamente immediate, paga bassa e versata non si sa quando) e sicuramente un corso inserito in una annualità non verrà mai accettata come testimonianza di "esperienza professionale" a riguardo.
Se non sbaglio solo pochi anni fa c'erano stati problemi con (mi sembra) La Goen perchè evidentemente non traducevano direttamente dal giapponese bensì dallo spagnolo per risparmiare e i risultati di traduzione risultavano veramente pessimi in alcuni passaggi in cui il salto di due lingue era troppo evidente.

E' senza dubbio interessante però, come diceva miaka, per mere questioni linguistiche: affrontare un giapponese più attuale e vivo, piuttosto che fermarsi alla granitica espressione scritta.
Sicuramente attirerà iscrizioni e sarà bello cimentarsi con questo tipo di esercizio... che poi ci sia un riscontro lavorativo o meno, lo vedranno loro tra un po' di anni, ma non so!
Capisco tutto ma nell'articolo si parla esplicitamente di 'professionisti del settore' necessari perché in Italia arrivano 20 manga a settimana (?). Ora può darsi che sia un corollario rispetto ad una più alta missione di insegnamento, ma iniziative del genere me le aspetterei di più dai corsi organizzati da strutture private come l'Istituto di Cultura Giapponese di Roma che ho frequentato per un periodo e non da un'Università che, volente e nolente, uno sguardo serio alle possibilità professionali dei suoi studenti dovrebbe darlo (vabbè siamo in Italia dove notoriamente preparazione accademica ed esigenze del mondo professionale sono due universi completamente scollegati).
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