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Vecchio 18-03-2014, 11:26
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Suzaku Fan
 
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Predefinito Riferimento: Considerazioni sull'animazione moderna

Lungi da me l'idea di innescare un dibattito su quale scuola o epoca di animazione sia meglio (dopotutto io amo Myazaki e adoro Evangelion, oltre ad essere cresciuto con i vari Saint Seiya, Kenshiro, Maya, Alpen Rose, Lady Oscar, Touch, ecc, che, assolutamente, non rinnego).


In realtà volevo esclusivamente sottolineare un vezzo comune soprattutto alle italiche genti (che poi è frutto di un certo modo di intendere il mondo da parte degli occidentali), cioè l'ergersi a profondi conoscitori oltre che a giudici morali solo sulla base delle proprie personali convinzioni. In poche parole stiamo parlando dei classici preconcetti in procinto di trasformarsi in stereotipi.

One Piece vende 2.000.000 di copie ad uscita in Giappone; ebbene One Piece a me non piace (per non dire che mi fa schifo ...), ma non mi sognerei mai di definire i Giapponesi deficienti o incompetenti solo perché comprano in massa One Piece. Sull’animazione moderna invece vi è una presa di posizione preconcetta in molti post letti in giro ultimamente (e che ho cercato di riassumere nell’elenco di apertura del topic). Addirittura sembra quasi passi l’idea che i giapponesi non capiscano nulla di animazione giapponese!


Passando al dibattito sull’industrializzazione di questo mercato dell’intrattenimento, sarei cauto a definirla un male. Innanzitutto i nipponici hanno sempre prodotto tanti anime e manga di diverso genere e supposta qualità anche negli anni ‘70-’80-’90 (ma non c’era internet e quindi molti di questi titoli ci sono perlopiù sconosciuti). Dunque questo settore ha sempre agito in un’ottica industriale anche se, oggi come allora, di respiro soprattutto locale.
Inoltre non è che la cultura di massa (o se vogliamo chiamarla pop) sia di per sé una cosa negativa (non facciamo i radical chic), anche perché io questa stereotipizzazione dei generi la riscontro solo fino ad un certo punto. Se un anime o un manga è Shoujo, ci si aspetta di ritrovarvi delle caratteristiche comuni ad altri Shoujo; lo stesso dicasi per gli Shonen o altri generi. Il segreto sta in come questi ingredienti vengono cucinati (profondità della storia, qualità grafica, qualche innovazione che esula dal canovaccio), ma non è che mi aspetto chissà cosa se ho deciso di comprare uno Shoujo …


Se in patria sfornano tanti prodotti di questo tipo (e, ribadisco, i generi sono diversi, quindi i gusti di ognuno dovrebbero essere salvaguardati), bhè significa che piacciono e vendono. Non penso che sia una brutta cosa o automaticamente un’etichetta dequalificante.


Per quanto concerne i criteri di giudizio, è normale che l'emozione sia un parametro personale. Inoltre anche l'esperienza, altro fattore strettamente individuale, spesso mi ha fatto e mi fa propendere per delle scelte di gusto a scapito di altre. E infine come non citare un ulteriore aspetto fondamentale, cioè lo stato d'animo che si ha nel momento in cui ci si approccia ad un'opera. Definire la bontà o meno di un qualcosa, ancor più se parliamo di differenze minime, è quasi sempre frutto di varie combinazioni la maggior parte delle quali casuali e quasi del tutto indipendenti.
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Ultima modifica di Valo : 18-03-2014 alle ore 11:37.
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