Giappone, dalle parti di Fukushima. Vessato da un padre crudele, violento verbalmente e fisicamente, e da una madre assente, Sumida sogna la normalità dell'uomo comune. Chazawa invece sogna Sumida, difficile oggetto d'amore che richiede di essere domato oltre che catturato.
Famiglie disfunzionali e teenager in difficoltà, squassati da istinti autodistruttivi, si vedono spesso su grande schermo e il tema men che mai è nuovo per il talentuoso Sono Sion, specie dopo l'abbraccio cosmico (e sostanzialmente definitivo) di Love Exposure. Ma quel che sconcerta – e che lo allontana da controparti occidentali dedite all'esplorazione di ambiti apparentemente similari (Solondz, Clark, Korine) – è la robustezza dell'idea di cinema che c'è alle spalle, l'impatto visivo e uditivo di opere che non temono di scalare su differenti registri narrativi e stilistici, anziché adagiarsi su ammiccanti cliché, per gridare il proprio insanabile dolore. Frutto dell'adattamento molto libero del manga di Minoru Furuya e ulteriormente contaminato narrativamente dal disastro di Fukushima, Himizu - ovvero “la talpa”, come spiega una scena del film - (ri)propone una galleria di mostruose maschere sociali – yakuza, pervertiti, killer, emarginati di vario genere costantemente attraversati da istinti malvagi – suscitando nello spettatore tanto un disdicevole riso (specie nelle sequenze più caricaturali) che un profondo sgomento per la sfiducia palpabile verso il genere umano. L'assenza di eroi e della necessità di (ricorrere ad) essi è resa evidente dalle ambizioni del protagonista Sumida, che non anela a nient'altro che la “normalità” (così semplice e così irraggiungibile) prima del punto di rottura che lo porterà a inseguire l' a-normalità di un vano quanto infruttuoso eroismo. L'amore ostinato (e ostinatamente subalterno) di Chazawa resta la sola fioca speranza di salvezza per la coppia di ragazzi, sin troppo facilmente accostabili allo spirito di una nazione che ciclicamente è sottoposta a prove durissime, come se queste fossero necessarie al suo peculiare ciclo evolutivo. Solo il Giappone è in grado di sopportare ciò che sopporta il Giappone e, complice forse un oscuro disegno, solo il Giappone è costretto a sopportarlo.
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Ha vinto il premio del pubblico al "Terracotta Far East Film Festival" di Londra
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Time Waits for no one
No Buta Power Chuunyuu
By G8 standards, Italy is a strange country. Put simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential. tratto dal TIMES
MEGLIO AGITARSI NEL DUBBIO CHE RIPOSARE NELL'ERRORE
Per uno come me che non ha niente, l'unica cosa che potevo buttare via per te, era me stesso(Take Care of the Young Lady) Powa Power