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  #1  
Vecchio 27-09-2017, 15:47
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Due professori dell’Università di Torino, Gianluca Coci e Giacomo Calorio, hanno deciso di iniziare un nuovo corso incentrato sullo studio e sulla traduzione di manga, rivolto agli studenti delle lauree specialistiche.

Ma a quale scopo? Il prof. Coci ha risposto: “Il fumetto è più complesso da tradurre rispetto alla grande letteratura. Mentre il giapponese della letteratura cambia lentamente, vincolato com’è dalla grammatica ufficiale, il manga è un tripudio di neologismi, modi di dire, espressioni gergali. Non è possibile tradurlo, quindi, senza essere stati molto tempo in Giappone e senza esserci tornati di frequente.” Da queste parole si può dedurre che c’è una forte volontà di affiancare i fumetti contemporanei allo studio dei classici della letteratura del Sol Levante.

Coci ha in seguito ha aggiunto: “Torino è una città in cui vivono molti traduttori di romanzi nipponici e studiosi di letteratura ed è innegabile che tanti dei nostri studenti che vogliono imparare il giapponese conoscono e si sono appassionati a questa cultura con i classici. E’ ancora più vero, però, che è il mondo del Giappone pop quello che li ha stregati. Basta guardare i numeri del mercato editoriale: ogni anno arrivano in Italia circa 20 romanzi giapponesi, a fronte di circa 20 manga ogni due settimane.”

E poi: “A Kyoto c’è un’università, la Seika, che ha corsi e master dedicati al manga. In Italia c’è persino una rivista universitaria, Manga Academica, che si occupa dello stesso tema. Direi che il nostro Paese era pronto per avere un corso del genere che fornisse professionisti del settore.”

L’altro docente, il prof. Calorio, ha detto: ”Mi occupo di cinema giapponese, sia quello contemporaneo sia quello degli autori classici, e traduco manga da 14 anni. Ho lavorato su alcuni fumetti molto noti, per esempio Death Note, che è diventato anche un film prodotto da Netflix.”

E per finire, concludendo il suo discorso:

“Credo che il manga possa essere anche un buon pretesto per insegnare la lingua giapponese più contemporanea. La maggior parte degli studenti arriva qui proprio per via della grande passione che nutre per questi prodotti. Il pop nipponico sta diventando cultura di massa. Oggi non dobbiamo neanche tradurre tutti i modi di dire, perché ormai i lettori li hanno già acquisiti come propri.”
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  #2  
Vecchio 01-10-2017, 20:58
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Peccato aver già concluso i miei studi a Torino da diversi anni, mannaggia!
Che bella cosa, mi piacerebbe intrufolarmi, ma non penso di poterlo più fare
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  #3  
Vecchio 02-10-2017, 13:25
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Però qui dobbiamo deciderci. Da come posto l'articolo e, stando alle motivazioni alla base dell'istituzione di questo nuovo corso, parrebbe che il mercato editoriale dei manga sia solido e in espansione. In giro però leggo di pianti greci da parte dei fan, di un mercato sempre più in contrazione, di problematiche di sopravvivenza per i piccoli editori, ecc.

Non vorrei fosse un corso che poi sfornerebbe nuovi disoccupati ...
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  #4  
Vecchio 02-10-2017, 16:04
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Il corso secondo me punta solo a far imparare il linguaggio particolare che viene usato nei manga, che è pieno anche di espressioni colloquiali e giovanili che impareresti solo vivendo in Giappone, non a creare dei nuovi traduttori per il settore editoriale.
Insomma è un modo di imparare modi di dire o espressioni tipiche su dei testi veramente moderni e attuali, cosa che non trovi neanche in un romanzo.

Quando facevo lezioni di inglese con le insegnanti di madre lingua al liceo, acquistavamo delle riviste per giovani che uscivano mensilmente proprio per studiare il linguaggio più moderno dedicato ai giovani con tematiche attuali, e questo penso sia proprio lo stesso tipo di insegnamento che si vuole dare, visto che il manga è il prodotto per eccellenza dedicato ai giovani giapponesi.
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  #5  
Vecchio 02-10-2017, 16:57
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Però qui dobbiamo deciderci. Da come posto l'articolo e, stando alle motivazioni alla base dell'istituzione id questo nuovo corso, parrebbe che il mercato editoriale dei manga sia solido e in espansione. In giro però leggo di pianti grechi da parte dei fan, di un mercato sempre più in contrazione, di problematiche di sopravvivenza per i piccoli editori, ecc.
Sicuramente sono d'accordo con te nel dire che si parla con un po' troppo ottimismo delle possibilità lavorative: queste affermazioni sono chiaramente uno specchietto per le allodole, il mercato editoriale non è affatto in crescita, il mestiere del traduttore in Italia è disastroso (lo so perchè è da anni che cerco di fare qualcosa, ma o accetti di fare il freelance e aprirti una partita iva che non sai affatto se ripagherai o nada, progetti rari che appaiono all'improvviso con scadenze praticamente immediate, paga bassa e versata non si sa quando) e sicuramente un corso inserito in una annualità non verrà mai accettata come testimonianza di "esperienza professionale" a riguardo.
Se non sbaglio solo pochi anni fa c'erano stati problemi con (mi sembra) La Goen perchè evidentemente non traducevano direttamente dal giapponese bensì dallo spagnolo per risparmiare e i risultati di traduzione risultavano veramente pessimi in alcuni passaggi in cui il salto di due lingue era troppo evidente.

E' senza dubbio interessante però, come diceva miaka, per mere questioni linguistiche: affrontare un giapponese più attuale e vivo, piuttosto che fermarsi alla granitica espressione scritta.
Sicuramente attirerà iscrizioni e sarà bello cimentarsi con questo tipo di esercizio... che poi ci sia un riscontro lavorativo o meno, lo vedranno loro tra un po' di anni, ma non so!

Ultima modifica di Chiaretta : 02-10-2017 alle ore 17:00.
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  #6  
Vecchio 03-10-2017, 14:02
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Sicuramente sono d'accordo con te nel dire che si parla con un po' troppo ottimismo delle possibilità lavorative: queste affermazioni sono chiaramente uno specchietto per le allodole, il mercato editoriale non è affatto in crescita, il mestiere del traduttore in Italia è disastroso (lo so perchè è da anni che cerco di fare qualcosa, ma o accetti di fare il freelance e aprirti una partita iva che non sai affatto se ripagherai o nada, progetti rari che appaiono all'improvviso con scadenze praticamente immediate, paga bassa e versata non si sa quando) e sicuramente un corso inserito in una annualità non verrà mai accettata come testimonianza di "esperienza professionale" a riguardo.
Se non sbaglio solo pochi anni fa c'erano stati problemi con (mi sembra) La Goen perchè evidentemente non traducevano direttamente dal giapponese bensì dallo spagnolo per risparmiare e i risultati di traduzione risultavano veramente pessimi in alcuni passaggi in cui il salto di due lingue era troppo evidente.

E' senza dubbio interessante però, come diceva miaka, per mere questioni linguistiche: affrontare un giapponese più attuale e vivo, piuttosto che fermarsi alla granitica espressione scritta.
Sicuramente attirerà iscrizioni e sarà bello cimentarsi con questo tipo di esercizio... che poi ci sia un riscontro lavorativo o meno, lo vedranno loro tra un po' di anni, ma non so!
Capisco tutto ma nell'articolo si parla esplicitamente di 'professionisti del settore' necessari perché in Italia arrivano 20 manga a settimana (?). Ora può darsi che sia un corollario rispetto ad una più alta missione di insegnamento, ma iniziative del genere me le aspetterei di più dai corsi organizzati da strutture private come l'Istituto di Cultura Giapponese di Roma che ho frequentato per un periodo e non da un'Università che, volente e nolente, uno sguardo serio alle possibilità professionali dei suoi studenti dovrebbe darlo (vabbè siamo in Italia dove notoriamente preparazione accademica ed esigenze del mondo professionale sono due universi completamente scollegati).
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  #7  
Vecchio 03-10-2017, 19:53
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nell'articolo si parla esplicitamente di 'professionisti del settore' necessari perché in Italia arrivano 20 manga a settimana (?).
Si be', non so se siano cifre che racchiudono uno spettro più ampio di manga + comic + graphic novel o se sia semplicemente una cifra gonfiata o inventata

iniziative del genere me le aspetterei di più dai corsi organizzati da strutture private come l'Istituto di Cultura Giapponese di Roma che ho frequentato per un periodo
Io non ho frequentato l'Istituto di Cultura Giapponese, lo conosco un po' perchè c'è anche a Torino e ho sentito parlare dei corsi, quindi sicuramente non ho una visione corretta della situazione, però la mia sensazione è che in un Istituto del genere i corsi di giapponese siano soprattutto "base" (dimmi pure se sbaglio), attireranno probabilmente una nicchia molto interessata, ma con relativamente poche ore di lezione al mese penso ci vogliano parecchi anni prima di poter arrivare a un livello tale da potersi cimentare con le traduzioni della lingua dei manga, che è tutt'altro che semplice se non si padroneggia già la forma comune. Se c'è un numero troppo ristretto di potenziali studenti con un giapponese piuttosto avanzato, è dura far attivare un corso.
Alla magistrale dell'università di Torino, in teoria, gli alunni dovrebbero avere un livello tale da poterlo affrontare e se rendi magari pure il corso "obbligatorio" per arrivare ad avere il numero di crediti necessario (in 5 anni ho avuto solo 2 materie a scelta, tutti gli altri corsi, specie linguistici, sono sempre stati fissi), i costi dell'attivazione sono belli che coperti.
Secondo me ha giocato molto la possibilità di ammortizzare i costi con semplicità e anche chiaramente il fatto che Coci è un super nerd e il professor Calorio (non è stato un mio insegnante, è arrivato quest'anno penso) evidentemente anche era già navigato nell'ambiente dell'editoria dei manga e quindi si son trovati facilmente d'accordo e via.

un'Università che, volente e nolente, uno sguardo serio alle possibilità professionali dei suoi studenti dovrebbe darlo (vabbè siamo in Italia dove notoriamente preparazione accademica ed esigenze del mondo professionale sono due universi completamente scollegati).
mi accodo con amarezza alla tua considerazione.
Probabilmente un corso di giapponese con focus sull'interpretariato sarebbe ben più attinente alle necessità degli studenti, ma anche qui, per fare poi l'interprete 9 crediti non bastano certo per accreditarti come professionista, quindi avranno ripiegato su un modo per attirare iscritti.

Ultima modifica di Chiaretta : 03-10-2017 alle ore 19:55.
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